|
Al Senato tutte le destre si astengono
sulla Commissione antirazzismo
Vergogna?
10 novembre 2019
Lo
confesso: avevo scritto Vergogna! con il punto esclamativo. Poi
ho pensato che a gran parte del mondo politico questo sentimento non
appartiene. Altrimenti non si sarebbero astenuti in Senato, dieci giorni
fa, nella votazione sulla proposta di Liliana Segre, la 89enne
sopravvissuta ad Auschwitz, d’istituire una Commissione per il
contrasto al razzismo, all’antisemitismo e ad ogni forma d’istigazione
all’odio (hate speech). Con notevole nonchalance, del resto, di
odio al diverso-da-noi ce ne hanno somministrato dosi massicce,
soprattutto nell’ultimo anno e mezzo. Addirittura dai palazzi
ministeriali. E, pur fuori da questi, continuano a seminarne. Abili,
come la strega di Biancaneve, nell’offrirti una mela dolce, ricoperta
con crocifissi e benedizioni e rosari, ma al suo interno colma di
sentimenti di odio, di ostilità e di avversione, quando non addirittura
disprezzo, verso chi non è dei nostri.
Il
problema, tuttavia, non è che il solito ex ministro della propaganda
continui con il suo linguaggio urlante e irrispettoso verso chiunque non
la pensi come lui. Il problema è che tanti suoi colleghi gli si sono
accodati, ansiosi tutti di salire sul carro del vincitore. Perché tra
gli uomini della politica, stare dalla parte vincente è malattia
piuttosto endemica. E non so quanto curabile. O addirittura guaribile.
Tutti e tre i partiti, infatti, con la coda fra le gambe, si sono
astenuti: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il problema più grave
è che la maggior parte di noi italiani – a guardare oltre, dovremmo
dire, non solo italiani – ci stiamo rivelando con tutta la nostra
ingenuità e disattenzione. Incapaci, sembra, di guardare la storia e di
ragionare guidati dall’intelligenza della memoria.[1]
Non son
passati neppure cento anni da quando i nostri nonni, ansiosi di
affidarsi all’uomo-forte al comando, si son ritrovati in pochi anni
dalla presunta gloria dell’impero ritrovato alla disfatta e alla
distruzione della nazione. E come noi tutto il continente europeo. Né
Hitler né il nostro Mussolini sono andati al potere con un colpo di
stato. Con prepotenza e presunzione sì, sostenuti però dalla
dabbenaggine e ingenuità di chi ne abbracciava idee e progetti.
A guardarci
bene, sembriamo un popolo di adolescenti. La biologia ci ricorda
che solo intorno ai vent’anni il nostro cervello giunge a completa
maturazione. Mentre tutte le altre zone di questo organo straordinario
sono nella pienezza delle loro funzioni, l’area prefrontale è
l’ultima a completare il suo sviluppo. Ed è proprio questa che ci
permette di attivare a pieno la capacità di riflettere e di ragionare.
Ma mentre è
fisiologico che a 15 o a 18 anni questa capacità non sia pienamente
disponibile per un ragazzo o una ragazza, non mi pare altrettanto
normale che un’intera nazione, o, a quanto sembra, la maggioranza di
essa, non abbia ancora sviluppato né l’organo né le funzioni ad esso
associate. A meno che alla parola normale vogliamo restituire il
suo significato di concetto statistico: normale è ciò che fa la
maggioranza. Normale è come ragiona la maggioranza.
Triste
realtà. Ma realtà.
Eppure la
maggioranza di noi italiani l’adolescenza l’abbiamo superata. Pure
abbondantemente sembra, se è vero che nell’intera popolazione a
prevalere è l’età adulta. Da dove nasce allora quest’incapacità a
ragionare con la nostra testa e a valutare i problemi nella loro
dimensione reale? Dove ha messo le radici quell’aura di paura che
sembra guidare pensieri, azioni, ragionamenti, valutazioni? Da quali
reconditi anfratti esce il sentimento di odio e di disprezzo nei
confronti del diverso? Musulmano o ebreo o disabile o profugo o
immigrato?
Stiamo
cadendo – meglio, ri-cadendo – nella solita trappola di cercare il
capro espiatorio per i nostri problemi. E ha buon gioco il politico
che la cavalca. Cento anni fa, i nazisti prima e i fascisti a ruota,
avevano individuato la ragione di tutti i mali negli ebrei.
Eliminiamoli, pensavano, e il mondo andrà sicuramente meglio. Ci hanno
provato. E in gran parte c’erano pure riusciti. Ma il mondo non stava
andando per nulla meglio.
Oggi la
ragione dei nostri mali – così continuano a dirci gli imbonitori in
campagna elettorale permanente – sono gli immigrati. Le orde di
profughi che, nuovi e moderni barbari, invadono le nostre terre e rubano
il pane ai nostri figli.
Come
spiegate voi il successo e il séguito che questo pensiero riesce a
conquistare? A me non sembra diverso da quello che aveva inquinato le
menti dei nostri nonni cento anni fa.
Svegliamoci, popolo di eroi, poeti, santi e navigatori! È giorno
fatto.
[1] Mentre sto
scrivendo i TG ci comunicano che il nostro ex ministro degli
interni ha ricevuto proprio adesso la benedizione del
Card. Ruini, Presidente emerito dei vescovi italiani, quello dei
princìpi-non-negoziabili.
Ritorna a
LA MENTE E L'ANIMA
Biblioteca Home

HOMEPAGE


|