VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

16 mar 2025

“La verità e la non-violenza sono antiche come le montagne”

E la chiamano pace

Sarà capitato anche a voi di trovarvi di fronte a fatti o eventi che vanno in una direzione e nello stesso tempo di sentire pensieri o sensazioni che vi portano da tutt’altra parte. E queste due cose arrivano insieme. Quasi in accordo. E vi confondono. Jung, grande maestro di psicologia del secolo scorso, chiama questo fenomeno sincronicità (dal greco syn insieme e chrònos tempo): eventi che arrivano nello stesso momento. Più d’una volta Gabriella, collega e amica d’una vita, con una spiritualità che andava oltre i limiti delle religioni, di fronte a questo fatto amava ripetere: è quando Dio ti passa vicino, ti mette una mano sulla spalla, e ti dice fèrmati, guarda bene, in te e intorno a te. Il Dio di cui parlava, e con il quale oggi, così mi piace pensare, può dialogare faccia a faccia, credo sia lo stesso al quale Etty Hillesum diceva: una cosa diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te… difendere fino all’ultimo la tua casa in noi… E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti nei cuori devastati di altri uomini.[1] Etty, ebrea di Amsterdam, muore ad Aushwitz a 29 anni. Era il tempo della soluzione finale.

 

All’arme! All’arme! I priori fanno carne! Armatevi, cattiva gente! urla l’incaricato di rimettere a posto l’orologio di Palazzo Vecchio. Siamo nella Firenze del XIV secolo. Per tutta la notte aveva sentito le urla di concittadini tenuti prigionieri e torturati o uccisi per mano dei priori e dei loro aguzzini. All'armi! All'armi! all'armi! all'armi! / Eccone presti a pugnar teco, / o teco a morir cantano Ruiz e i soldati, a sostegno di Manrico che vede colei che crede sua madre condannata dal Conte di Luna a morire sul rogo.[2] Re-Arm Europe propone la Presidente della Commissione Europea di fronte allo sconvolgimento in cui Trump e Putin, in perfetta coalizione tra bulli, stanno trascinando questo nostro piccolo mondo. Ottocento miliardi. Per difenderci dalla Russia di Putin. Per difenderci anche dall’America di Trump? O magari anche dalle mire espansionistiche dell’imperatore di Pechino? È che quando entriamo nel panico, disturbo oggi molto diffuso, la prima cosa che arriva è la paura. Poi il terrore. Infine il panico, appunto. Quello stato in cui cuore respiro e le altre funzioni vitali sembrano disconnesse. Azzerate. E, impossibilitati a ragionare, ci giriamo e rigiriamo come il criceto nella sua ruota.

A fianco di tutta questa corsa agli armamenti, accanto a un misto di rabbia e pietà che ci suscitano questi ominicchi che si credono dèi e padroni del mondo, arriva la pagina del Vangelo che queste ultime domeniche noi cristiani abbiamo incontrato: ecco l’altro elemento della sincronicità. A voi che ascoltate dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano… E come volete che gli uomini facciano a voi, così fate anche voi a loro. Sono le parole del Maestro.

E il conto non ci torna. Non dovremmo rispondere almeno alla pari alle prepotenze di un Putin o alle sbruffonate di un Trump che, perfetto narciso, con due battute ad effetto tradisce un’alleanza costruita in ottant’anni di collaborazione? Tratta il capo di uno Stato libero, e invaso da un esercito straniero, come fosse uno scolaro che non ha fatto il compito. Utilizzandolo per dare spettacolo (great television) per il suo popolo, addomesticato e prono.

 

E noi dove siamo? Noi europei. Eredi di Atene e di Roma. Di Platone e di Demostene. Figli della democrazia e del cristianesimo. Nell'anima dello stesso uomo esistono un elemento migliore ed uno peggiore ricorda Platone. E queste parti s’incontrano e si scontrano. Fino a vivere momenti di conflitto l’una con l’altra. Ancora il Maestro di Nazareth: L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori ciò che è buono; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro tira fuori il male. E ancora: Dalla sovrabbondanza del suo cuore parla la sua bocca.[3]

 

So bene che pensieri come questi vengono posti in un angolo. E messi lì. A tacere. Pensieri bellissimi, ma impraticabili. Utopia. Buonismo. E parole di questo genere. Prese a custodia di una coscienza che vuol starsene tranquilla, protetta dal senso comune. Il senso della maggioranza. Alcuni amici mi hanno detto che la verità e la non-violenza non trovano posto nella politica e negli affari di questo mondo, scrive Gandhi. Non sono d’accordo. Non so che farmene come mezzi di salvezza individuale. Ho continuamente sperimentato il loro inserimento e la loro applicazione nella vita di ogni giorno.[4]

 

Dunque, arrenderci? E perché? Così risponde a Dante il suo trisavolo Cacciaguida:
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
tutta tua vision fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’è la rogna.
Ché se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nodrimento
lascerà poi, quando sarà digesta
.[5]

 

 

[1] E. Hillesum, Diario, 12 luglio 1942

[2] G. Verdi, Il trovatore

[3] Luca, 6 passim

[4] Gandhi, Antiche come le montagne

[5] Dante, Paradiso XVII