VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

25 lug 2010

I figli delle vacanze

Forse qualcuno pensa che ho sbagliato a scrivere il titolo. Magari sarebbe più giusto dire ‘le vacanze dei figli’. Invece no. Non ho sbagliato. Perché i figli delle vacanze sono una specie particolare di figli. Una specie che sta crescendo di numero. Anche se a me piacerebbe molto che diventasse una specie in via di estinzione.

Macché. Non se ne parla proprio di estinzione. Pensate, nel solo 2006 gli appartenenti a questa specie sono aumentati, in Italia, di 98.000 unità. Quindi bisogna proprio che ne parliamo.

Direte: ma chi stai parlando? Chi sono questi figli delle vacanze?

 

Svelato il mistero: sono i figli dei genitori separati.

 

Perché figli delle vacanze? Ormai tutti sappiamo che quando due adulti si separano, tra gli accordi che la coppia deve costruire, oltre al problema della casa, dell’assegno di mantenimento, dei tempi di visita (così recita il burocratese della giurisprudenza) durante l’anno, c’è sempre una clausola che definisce il tempo delle vacanze. Natale, Capodanno, Pasqua - e fin qui di solito con qualche litigata veloce si arriva ad un accordo. Poi c’è l’estate. E qui aumenta la salita…

 

Ora siamo in estate. Calda dal punto di vista meteo, ma sempre tanto calda sul piano affettivo per chi è coinvolto in situazioni di questo genere. Per tutti: genitori e figli. Nonni compresi.

 

Gli accordi di separazione normalmente prevedono un periodo che i figli trascorrono con l’altro genitore, quello con cui non vivono abitualmente. Di solito il padre. Dieci, quindici giorni, a seconda degli accordi sottoscritti. E’ un periodo importante per i figli. Di qualsiasi età. Bambini e adolescenti. Ed è un periodo altrettanto importante per i genitori che, però, spesso, si trovano messi a dura prova.

 

Le difficoltà dei genitori, sul piano della concretezza, cambiano secondo l’età dei figli. Ma sul piano affettivo hanno un sottofondo comune, costante nel tempo.

 

La mamma, abituata ad una quotidianità condivisa con il figlio, ora deve affrontare un periodo in cui rimane sola, senza di lui. E non è facile per lei ritrovarsi con la casa vuota.

Un’altra cosa che non le rimane facile è il riuscire a fidarsi completamente del padre. Per due ragioni sostanzialmente. La prima: lei sa che il padre non è abituato a stare tutto il giorno e per tanti giorni con il figlio: come se la caveranno questi due? E, soprattutto, come starà suo figlio con il padre? L’altra ragione: il padre di suo figlio è anche il suo ex, dal quale si è separata. E se si sono separati, significa che le cose tra loro non andavano proprio bene, anzi. Ce la farà adesso a lasciare che il figlio possa stare con suo padre serenamente, senza che debba sentirsi in colpa per aver ‘abbandonato’ la mamma, o addirittura sentire che, se sta bene con il padre, ‘tradisce’ sua madre?

 

Il babbo. Lui è abituato a passare qualche ora con il figlio. Un fine settimana - dove, di solito, se non ha ancora un’altra compagna, deve correre in aiuto la nonna (!). Ora, invece, dovrà stare con suo figlio tutto il giorno e tutti i giorni. Come se la caverà? Noi maschietti, di solito, ci ritroviamo piuttosto ‘imbranati’ nel prenderci cura dei figli. E’ sempre lei che ci ricorda ‘fagli mettere la maglia quando esce, lo sai che si raffredda subito’ oppure ‘fallo asciugare bene dopo che ha fatto la doccia’ o anche ‘se è sudato, non farlo stare sulla corrente’, ‘gli hai fatto fare i compiti?’, ecc., ecc. Come ce la caveremo adesso?

 

Ma c’è ancora un’altra difficoltà. Questo padre che, finalmente, passa un periodo di tempo con suo figlio, in un’intimità tutta loro, cercherà di fare del tutto perché questi giorni siano buoni. Anzi, perfetti. Ed è qui il punto.

Perché c’è il rischio che adesso lui voglia dare al figlio di tutto e di più. In una sorta di tentativo. Estremo. Per rimediare, così, alla sua assenza nella vita quotidiana del figlio. Quasi a volerlo risarcire di tutto quello che sente di togliergli per il fatto che non ci vive più insieme. Provando anche, così, a trovare una strada per mettere a tacere i suoi sensi di colpa per essersi allontanato da lui.

Quando, poi, non subentra anche una sorta di confronto tacito con la madre, quasi a voler dimostrare, a suo figlio, che con lui si sta meglio che con lei. O, in altre parole, che lui, al figlio, ‘gli vuole più bene di lei’.

Allora può cadere in un eccesso: quello di cedere a tutti i capricci e le ‘svogliature’ di questo bambino o ragazzo. Di non saper tenere quelle regole di vita sane e necessarie: certi orari, il mangiare, il dormire. Tutto ciò che, insomma, fa parte della normalità della vita.

Un periodo di vacanze dovrebbe essere una vacanza, certo, ma all’interno di una normalità di vita.

 

E i figli si trovano tra questi due genitori.

Con le loro normali difficoltà di genitori separati. Aggravate e appesantite, spesso, dalla presenza di conti ancora sospesi o non totalmente appianati.

 

Cari genitori separati, ora voglio dirvi una cosa. Difficile. Ma assolutamente necessaria per i vostri figli. A tutte le età.

Non chiedete ai vostri figli di volervi bene. Loro ve ne vorranno sempre. Qualunque cosa facciate.

Chiedete a voi stessi di voler loro bene. Che significa: volere il loro bene. In altre parole: non metteteli in mezzo a voi, alle vostre conflittualità. Magari pure legittime, se viste con gli occhi di un adulto. Ma ricordando che prendervi cura dei vostri figli significa prima di tutto non mettere sulle loro spalle ciò che non è di loro.

Trascuratezze, torti subiti, tradimenti, violenze… tutto questo appartiene a noi adulti. Proteggiamo i figli dalle nostre difficoltà e dai nostri pesi.

Daremo loro una grande lezione di vita. Ed essi ci ringrazieranno e ci vorranno bene. Sempre.