VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

13 mar 2011

Adozioni: e il benessere dei bambini? (3)

Sono due settimane che stiamo riflettendo insieme sul tema dell’adozione. Ci siamo anche chiesti se sia bene che il Parlamento accolga l’invito della Cassazione ad ampliare, in particolari situazioni, la possibilità che anche un single possa legittimante adottare un bambino. Nelle nostre riflessioni ci dicevamo che in circostanze particolari, da definire con molta attenzione, è nell’interesse del bambino che un adulto, anche non sposato, possa adottarlo come figlio.

 

Stavo scrivendo il terzo articolo per dirci ancora un altro pensiero sull’adozione, quando arriva un intervento a gamba tesa proprio su questo tema da parte del nostro presidente del consiglio. Consapevole di quanto sia importante per lui raccattare voti da ogni parte per puntellare la sua impresa politica, il presidente incontra i rappresentanti di un partito che si autodefinisce ‘cristiano’. E, tanto per strappare l’applauso e garantirsi il necessario puntello, assicura i presenti che lui e il suo governo non riconosceranno mai ai single la possibilità di adottare un bambino. E altre amenità di questo genere, come, per esempio, un affondo sulla scuola e gli insegnanti, che, tradotto dal ‘politichese’, dice più o meno così: voi datemi il voto, io in cambio sosterrò le vostre scuole private che sono meglio di quella pubblica.

 

Io mi chiedo se davvero c’è onestà intellettuale in queste prese di posizione o se siamo di fronte, ancora una volta, alla politica del giocarci il tutto per tutto pur di raccattare voti. Che, in questo caso, significa: si può dichiarare tutto e il contrario di tutto, pur di avere l’appoggio dei militanti di quel partito e, più ampiamente, dei cosiddetti cattolici. Dico ‘cosiddetti’ perché la maggior parte di loro magari non partecipa neanche alla messa della domenica… e, per restare al nostro tema, non sanno un fico secco di adozioni. Né di bambini e del loro benessere.

 

Perché il punto è proprio qui.

Nelle nostre riflessioni abbiamo cercato di dirci come, per parlarne con la dovuta attenzione e serietà, dobbiamo mettere sempre al centro di ogni discorso sull’adozione il benessere del bambino. Ricordate? Ci dicevamo perfino che non siamo noi adulti ad avere diritto ad adottare un figlio, ma è il bambino che ha il diritto ad avere una famiglia. Quindi, quando la sua famiglia naturale non se ne può prendere cura, ha diritto a trovare un’altra famiglia che lo accolga: la famiglia adottiva.

In questo contesto eravamo arrivati a dirci che “in particolari circostanze” è opportuno che la legge riconosca anche a dei single la possibilità di diventare genitori adottivi. Proprio come suggeriva la Corte di Cassazione. A me rimane molto difficile vedere in questo exploit del presidente tutta questa attenzione ai bambini. E al loro benessere. Un’attenzione vera.

 

So che avrei potuto continuare l’articolo in programma e far finta di non aver sentito le parole del capo del governo. Ma credo che non sarebbe stato onesto da parte mia, né come cittadino italiano, né come psicologo che da oltre trent’anni si occupa di queste cose. E neppure come un uomo che cerca di vivere la sua vita da buon cristiano.

Anche per questo emerge il mio dissenso di fronte a questo show del presidente. Che cerca di blandire il mondo cristiano-cattolico con uscite simili, soprattutto in questo periodo che lo ha visto rivendicare il diritto a condurre uno stile di vita che di valori cristiani sembra avere ben poco.

 

Mi auguro soltanto che come cittadini e come cristiani, possiamo aprire gli occhi. Ricordavamo qualche settimana fa le parole di Gibran, un poeta libanese, che chiedeva a coloro che governano gli uomini di essere “più saggi degli uomini” che essi governano. E ci chiedevamo se i nostri attuali governanti “più saggi” lo siano davvero. A me restano molti dubbi in proposito. E queste ultime uscite del capo del governo me li fanno scappare del tutto.

Come si può accettare che una categoria di persone così debole, come bambini e ragazzi minorenni che non hanno più una famiglia - perché di questi si parla quando parliamo di adozione - sia strumentalizzata a scopi elettorali?

 

In fine, poi, un altro pensiero. Già un mese fa, stimolati da alcune riflessioni di un lettore, Giancarlo V., avevamo riascoltato le parole di Gesù di Nazareth a proposito del rapporto tra mondo della religione e mondo della politica. “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Matteo 22,21). Ricordate?

Riflettevamo sul fatto che quando le religioni fanno prevalere la loro dimensione istituzionale su quella spirituale, possono scivolare facilmente su aree colorate di compromesso. E il “se tu dai una cosa a me, io do una cosa a te” rischia di diventare la regola che guida il dialogo tra il mondo della politica e quello delle religioni. Fatto anche in buona fede, magari. Con il risultato, però, che questi due mondi rischiano ancora di prendersi a braccetto e di con-fondersi l’uno con l’altro.

 

Quella di oggi è, ancora una volta, una buona occasione per uscire da questa possibile confusione.

Ora, che certi nostri politici possano continuare a farlo, nessuna meraviglia. Purtroppo. Che, però, noi cristiani, che conosciamo bene il “programma elettorale” del Maestro così come ci è stato tramandato nel Vangelo (v. Matteo, 5-7: il discorso della montagna), ci cadiamo dentro, questo no!

Mi auguro che lo specchietto per le allodole che il nostro presidente fa brillare davanti agli occhi dei cattolici, ancora una volta non venga confuso con l’oro. È solo uno specchietto. Che è poco più di un pezzo di vetro!

(3. fine)

1. Una casa per un figlio

2. Due genitori o uno solo?