23 ott 2011
L'amore, il respiro della vita
Sono una donna vecchia, ho ottant’anni, e sono vedova da dieci. Due mesi fa mi è successa una cosa di cui mi vergogno perfino di parlare. Ho conosciuto un uomo, vedovo anche lui e vecchio come me. Ho sentito un sentimento nei suoi confronti e lui dice lo stesso verso di me. Mi domando come sia possibile, alla mia età, una cosa del genere. (…) Mi chiedo perfino se non sia una cosa cattiva, come un peccato: sa, io sono religiosa, frequento la chiesa, e non vorrei mettermi in una situazione che mi toglie la pace nella coscienza. Magari fra poco mi dovrò presentare davanti a Dio: come potrò farlo se porto avanti questo sentimento? (…) Non sarà una tentazione del diavolo?
Anna
Mia cara Anna, come può l’amore arrivare davanti agli occhi di Dio, in cui lei crede, come una cosa cattiva? O addirittura un peccato? Pensi che l’unica definizione che la Bibbia riesce a dare di Dio è proprio in questa parola: “Dio è Amore”. Poi continua: “Chi vive nell’amore vive in Dio e Dio vive in lui” (1a lettera di Giovanni 4,16). E le immagini che la Bibbia, nelle sue tante pagine, ci offre per parlarci della relazione di Dio con noi, si muovono sempre dentro questa cornice: Lui è il padre o la madre e noi siamo i figli, lui è lo sposo e l’umanità la sua sposa. Conosciamo forse noi un’esperienza di amore più intensa di queste? Quella tra un genitore e un figlio, o quella tra due coniugi-amanti?
Se lei, Anna, ora vive nel suo cuore un sentimento di amore, a chi fa del male? L’uomo cui aveva promesso amore e fedeltà ha già lasciato questa vita e ora vive nella pienezza dell’abbraccio divino, che è l’abbraccio dell’Amore. Colui che ora ha fatto battere il suo cuore, anch’egli è libero da legami umani: la donna con cui aveva deciso di condividere la vita, anche lei ora vive in un’altra dimensione il suo Amore. L’amore che non è tradimento di amore è amore libero, è amore pieno. Con tutta la pienezza e tutto il limite di un sentimento che può legare due esseri umani. Pienezza nell’intimità e nella condivisione e limite nella fatica di percorrere la strada della conoscenza e della comprensione, nella reciprocità.
Immagino che lei abbia dei figli, come potrebbe averne lui. Può darsi anche che essi facciano fatica a riconoscerle - e riconoscervi - il diritto di vivere il vostro sentimento. Non abbia paura a parlarne con loro. Vede, quando un genitore sa che suo figlio sta bene è un genitore felice. Di certo anche lei avrà vissuto questo sentimento quando uno dei suoi figli ha incontrato la sua compagna e ha deciso, poi, di condividerci la vita. All’inizio, magari, avrà anche avuto qualche timore che l’incontro non fosse poi così buono o che in seguito avrebbe potuto anche rivelarsi negativo. Poi, però, man mano che le arrivava la serenità di suo figlio e vedeva crescere la loro intimità, anche lei si sarà rasserenata e avrà condiviso con suo marito la gioia nel vedere la luce e la felicità negli occhi di questo figlio. Ora è un po’ come se il tutto si sia rovesciato: sono i suoi figli che adesso hanno bisogno di guardare gli occhi della loro mamma e saperci leggere la gioia di un incontro. Anche loro, sa, avranno un po’ di timore. Forse anche tanto. Possono anche pensare che alla sua età ‘certe cose’ non possono succedere! Ma sarà importante che insieme ne possiate parlare, perché è proprio attraverso lo scambio e l’ascolto dei pensieri e delle parole che li accompagnano, che lei e loro potrete meglio comprendere e, insieme, trovare la vostra serenità.
Lei poi, Anna, si fa anche un’altra domanda: si chiede se tutto questo non sia una tentazione del diavolo.
Comprendo la sua domanda. So che anche altre persone in una condizione simile alla sua se la sono posta, e non di rado il dubbio diventa tormento per l’anima. Facciamoci, ora, insieme, una domanda: può l’amore essere una tentazione del diavolo? Sono queste - amore e diavolo - due parole inconciliabili. Ciò che noi chiamiamo diavolo è, per definizione, il male, il male assoluto. Cioè proprio il contrario dell’amore che, invece, il nostro cuore e la nostra mente conoscono come il bene, la pienezza del bene.
C’è, poi, anche un pericolo che possiamo correre. Quando usando la parola diavolo, se non teniamo aperto il nostro cuore e sveglia la nostra mente, rischiamo di immaginarlo come se parlassimo di un essere vivente, quasi una persona che circola per il mondo. Questa è una parola che appartiene un po’ a tutte le religioni: ognuna la traduce con nomi diversi che comunque, sempre, indicano la personificazione del male.
Il male. Questo sì che è presente nel mondo. Come è presente nel cuore degli uomini. Il male è l’egoismo. La ricerca continua del proprio tornaconto, il passare la vita a fare i propri interessi senza guardare e senza neanche accorgerci degli altri. Senza renderci prossimi (= vicini, molto vicini) - parola che troviamo anche nel Vangelo - a chi ha bisogno del nostro aiuto e della nostra solidarietà.
Vede, Anna, credo proprio che quanto sente il suo cuore non può essere una tentazione del diavolo. Cioè del male. Proprio perché il male è mancanza, è negazione. Mancanza e negazione dell’amore. Il male divide e allontana, mentre l’amore avvicina e unisce. Viva con serenità questo sentimento, lasci che il suo cuore lo ascolti. E vediamo. Poi, quando si presenterà davanti a Dio, vedrà che lei per prima Gli dirà GRAZIE!