1 apr 2012
Pasqua. I giorni del Calvario (1)
Al di là del fatto che ci riconosciamo o meno in una religione, possiamo dire, senza timore di ritrovarci nella confusione, che la pasqua è come una cornice dentro la quale evolve la vita di ogni essere vivente. La vita dell’intero universo. Non dobbiamo aver paura di questo pensiero: non è un’appropriazione indebita che facciamo se ci permettiamo di leggere il mondo con questo sguardo.
Se proviamo a ritrovare il significato della parola pasqua, riusciremo a comprenderne anche il senso profondo. PASQUA significa PASSAGGIO. È una parola che nasce nell’antico ebraico pésach, che, attraversando il greco e il latino, è diventata pasqua in italiano. È il lungo viaggio di questa parola.
L’idea di passaggio implica movimento, dinamismo. Che è il contrario di staticità, di immobilismo. La vita è movimento. Un antico filosofo vissuto 2500 anni fa, Eraclito di Efeso, sosteneva che la realtà delle cose coincide con il loro perenne divenire. “Tutto scorre” diceva. La fisica moderna, passando per altre strade, ci dice che tutto è in movimento. Perfino una pietra, che noi vediamo assolutamente ferma e statica, è in movimento continuo: le sue molecole, gli atomi, gli elementi che li compongono sono in un movimento perenne.
La natura vive in un fluire continuo, da una fase a un’altra: le stagioni, il freddo e il caldo, la pioggia e il sereno, la notte e il giorno, non sono altro che movimento. Passaggio da uno stato a un altro. La vita sociale degli uomini si muove e passa da una condizione a un’altra. Da uno stato di benessere e di crescita ad uno di stasi o addirittura di recessione. La crisi che ora ci costringe a livello mondiale segue il boom economico dei decenni passati, e si trasformerà – così almeno noi tutti speriamo – in un nuovo momento positivo. La vita di ciascuno di noi attraversa fasi e vicende che si alternano tra momenti e periodi di gioia e di serenità e momenti di sofferenza e di dolore.
Pasqua ci parla di vita. Così come ce ne parla la primavera che l’accompagna. Ma pasqua ci parla anche di morte. E noi cristiani sappiamo molto bene come la pasqua del Maestro è sì un viaggio verso la vita, ma un viaggio che per arrivare alla Vita attraversa la strada della morte.
Questa è per noi la settimana centrale dell’anno. La più forte. La più straordinaria. Ma anche la più incomprensibile. Meglio, la settimana che riusciamo a comprendere molto bene nel suo fluire, ma che la nostra esperienza non riesce a cogliere nella sua fase finale.
In questi giorni, nelle chiese rileggiamo la storia della passione di Gesù. Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ciascuno dal suo punto di vista, ci accompagnano nel ricordo di quei terribili giorni che un Giovane, poco più che trentenne, ha dovuto vivere. I giorni del Calvario. Entrato nella storia degli uomini, si è fatto nostro compagno, percorrendo anche Lui quella medesima strada che ciascuno di noi percorre e attraversa nel fluire della vita.
Potremmo dire, in un certo senso, che questa settimana rappresenta la nostra storia. La storia di oggi. Quella storia che ci vede ora protagonisti, immersi nelle vicende e nella fatica del quotidiano. Ragioni di sofferenza ci accompagnano giorno dopo giorno. La malattia è compagna di strada che da alcuni già si è fatta incontrare, leggera o pesante, momentanea o perenne, giusto per un saluto e per ricordarci che lei c’è, oppure per restare con noi e accompagnarci per un bel tratto di strada. Problemi in famiglia. Con i figli o con il nostro compagno di vita. Incomprensioni, lontananze, silenzi; abbandoni, delusioni, tradimenti; progetti finiti, fallimenti. Lontananza o addirittura violenza. Problemi nel lavoro. Crisi economica, disoccupazione. Giovani senza speranza, senza una prospettiva visibile. Problemi nella società. Recessione, perdita di valori, ingiustizie e diseguaglianze che sembrano prosperare nell’indifferenza dei politici, occupati come sono a salvaguardare i propri privilegi.
Tutto questo rischia di farci perdere la fiducia nel bene.
Pasqua è passaggio. Passaggio verso la vita. Ma è un passaggio che attraversa la morte. E in questa fase della vita, ora, è questa che a volte sembra prevalere. Nelle sue molteplici forme, colorate di preoccupazioni e di dolore. La settimana prossima proveremo a farci illuminare dalla Luce della Vita. Quella luce che Gesù di Nazareth, nostro compagno di cammino nell’incontro con la sofferenza e con la morte, ci ricorda che è presente – già presente! – nel cuore degli uomini.
(1. continua)