2 mar 2014
Ci vediamo venerdì 14 marzo
Dalla costola di Adamo… (1)
Ogni anno mi dico: basta con questo 8 marzo! Poi i fatti subito mi smentiscono. E anche quest’anno la stessa storia. Ancora uomini e donne incastrati in storie di violenza: ancora uomini, maschi, che con l’altra parte dell’umanità si comportano come se ne fossero i padroni. Due settimane fa ne parlavano a proposito dei nostri parlamentari: di quelli che dovrebbero essere i migliori tra i cittadini, ci dicevamo. E dovevamo costatare, amaramente, la bassezza e la volgarità nel linguaggio e nei comportamenti con cui alcuni, nei momenti di disaccordo, trattano le loro colleghe donne.
Qualche giorno fa ancora fatti di cronaca che vedevano coinvolti i nostri ragazzi. Una quattordicenne che si toglie la vita perché oltraggiata e perseguitata dai suoi compagni su Internet: con uno strumento, tra l’altro, che permette di offendere e aggredire nascondendosi dietro l’anonimato. Senza neanche il coraggio di metterci la faccia. In un’altra scuola un gruppo di studenti che aggredisce e violenta una loro compagna. Con l’omertà di altri maschi che si schierano dalla parte degli aggressori.
Allora mi chiedo: ma in quale scuola i nostri ragazzi imparano cosa significhi essere uomini veri? Quali insegnamenti le nostre famiglie trasmettono ai propri figli? Quali modelli di comportamento offriamo noi adulti ai bambini e agli adolescenti? E le altre ‘agenzie educative’ che frequentano i nostri ragazzi – la scuola, le associazioni sportive, i gruppi parrocchiali, i centri culturali – quanto prendono sul serio una problematica che ci riguarda tutti?
Credo che abbiamo sempre più bisogno di riflettere su questo tema. Sottovalutarlo significa lasciare che siano le tv commerciali e i social network, le telenovele e i Grande-fratello a fornire i modelli di comportamento. A Donne e a uomini, ad adulti e a giovani, a vecchi e a bambini. Modelli di consumo di qualunque rapporto. Modelli di sopruso e di sfruttamento del più debole da parte del più forte.
Fra pochi giorni – venerdì 14 marzo – c’incontreremo per parlare proprio di questi pensieri. L’occasione ci è offerta dall’uscita del 2° volume del nostro libro LA MENTE E L’ANIMA. Nostro perché contiene tutte le conversazioni che, settimana dopo settimana, ci siamo scambiati negli anni 2011 e 2012. Abbiamo voluto condividere quest’occasione proprio con un giorno speciale. Un giorno che avremmo bisogno di ritrovare tutti i mesi. Tutte le settimane. O, forse, proprio tutti i giorni. L’8 marzo. Un giorno che non può essere soltanto uno dei 365 che riempiono il nostro calendario. Ha bisogno di diventare un giorno che, oltrepassando il ricordo di quella tragedia di oltre cento anni fa quando ha visto morire 129 donne che chiedevano soltanto il rispetto dei loro diritti di lavoratrici, rimanga aperto tutti i giorni dell’anno.
Non ci servono le cene tra donne che, finalmente, si permettono di uscire una sera lasciando che i figli stiano con i loro babbi – che si faccia pure, per carità: anche più spesso, magari. Meno ancora ci servono quei locali che offrono spogliarelli con maschietti palestrati e frustrati. L’8 marzo, che andrebbe moltiplicato 365 volte l’anno, ha bisogno di diventare un giorno in cui – ’sta volta sì, finalmente! – donne e uomini ascoltino il bisogno di guardarsi negli occhi. Il bisogno di scoprire che le mani sono fatte per tenersi insieme, per accogliersi l’una con l’altra e non per aggredirsi. Il bisogno di ri-scoprire che le parole sono veicolo di attenzione e di ascolto, non di offesa e di violenza.
Venerdì 14 partiremo da lontano per scambiarci le nostre riflessioni. Proveremo a ri-leggere il mito delle origini dell’uomo e della donna. Apriremo insieme le prime pagine della Bibbia e scopriremo la sapienza con cui l’umanità ha saputo ri-costruire le proprie radici.
“DALLA COSTOLA DI ADAMO…” sarà il titolo del nostro incontro. Proveremo a entrare dentro questa storia, guidati dalla psicologia. Da questa giovane scienza che prova, a volte con fatica, a darci qualche strumento per conoscere un po’ meglio noi stessi. Tante volte ho sentito dire che proprio questa storia della costola sta a dimostrare che la donna è inferiore all’uomo. Certo che è difficile dire una sciocchezza più grande. Ma tant’è! Si sostiene anche questo.
Bene. Noi proveremo ad aprirla bene questa pagina. E vedrete, sarà una bella scoperta! Quella sera faremo un dialogo a due voci: insieme con me ci sarà una psicologa donna, Gabriella Guidi. E la nostra Direttrice guiderà l’incontro.
Ci vediamo allora venerdì 14 alle 17,30 a JESI nella bella Biblioteca P.M. Petrucci, in Piazza Federico II.
(1. continua)