1 mar 2015
Tra luci e ombre. Modelli in evoluzione
Quale famiglia?
Parliamo molto di famiglia in questo periodo.
Ne parla il mondo della politica, con tante pagine aperte sul capitolo famiglia. Dalle problematiche relative al lavoro, a quelle sui servizi per la famiglia (dai bambini agli anziani). Dalla necessità di regolamentare il fisco con un’attenzione maggiore al reddito familiare, alla questione del riconoscimento civile delle coppie omoaffettive. Non ultimo, anzi, assolutamente prioritario, il problema della Giustizia. Da troppo tempo sia il mondo della psicologia che del diritto (magistrati e avvocati), chiedono che si attivi un Tribunale per la Famiglia dove operino magistrati e avvocati specializzati, dato che che la complessità delle problematiche familiari non può essere trattata allo stesso modo dei litigi di condominio o del contenzioso fiscale.
Parlano di famiglia i giornali, quasi esclusivamente attenti alle cronache che recano con sé sofferenza e lutti, e piuttosto distratti di fronte a episodi e situazioni di vita positivi.
Ne parlano i cattolici, stimolati dal Sinodo dei vescovi, che ha già completato la prima parte dei lavori e si sta preparando per la seconda (Sinodo ordinario) nell’ottobre prossimo, e ha inviato a tutta la chiesa un questionario come stimolo alla riflessione e come tentativo di ascolto di tutte le voci che convivono al suo interno.
Anche Voce, il nostro settimanale, in ogni numero dice qualcosa sulla famiglia: iniziative, incontri, riflessioni, corsi di formazione, ecc. Ne parleremo in occasione del vicino 8 marzo, stimolati a riflettere sulla disparità tuttora vigente tra donne e uomini, sulla violenza perfino, che troppo spesso inquina i rapporti tra gli uni e le altre. Ne parlo più volte anch’io in questa pagina, pressato dalle tante famiglie che ogni giorno entrano nel mio studio alla ricerca di una mano che le aiuti a sostenere pesi e fardelli che la vita mette sul loro cammino.
Tutto questo mi fa dire che dovremmo farci una domanda: di quale famiglia parliamo? Perché ho l’impressione che dentro questa parola rischiamo di collocarci il mondo intero.
Gli uomini della politica trattano la famiglia come merce di scambio. Se tu fai passare una cosa a me, io poi ne faccio passare una a te. Così, tra una spinta e una frenata, il rischio della paralisi è sempre in agguato. Solo un esempio. Qualche giorno fa il lavoro mi ha portato davanti a un giudice per una separazione coniugale. Quel ‘povero’ magistrato non aveva neppure un dattilografo che trascrivesse quanto emergeva nell’udienza: doveva fare le domande, ascoltare le risposte e scrivere sul computer. Per non dire della sua giornata, piena di udienze che lo costringevano a saltare da un argomento all’altro, diversi e lontani tra loro. La Giustizia per la famiglia...
Che i giornalisti imparino ad accorgersi della famiglia non soltanto per i fatti di cronaca nera è una speranza. Legittima. Ne abbiamo riflettuto insieme tra collaboratori di varie testate proprio tre sabati fa, in un bell’incontro promosso dalla nostra Direttrice in occasione della festa di S. Francesco di Sales, maestro di giornalismo.
E la chiesa, intesa nel suo significato vero e unico di comunità dei credenti? Come sta vivendo questo momento così prezioso per incontrare e per guardare la realtà della famiglia oggi?
Devo dire che ci contavo e ci conto molto in quest’occasione offertaci dal Sinodo. Ma devo anche dire che sto perdendo la fiducia sulla possibilità di farcela. E ’sta volta non sono soltanto i preti o i vescovi che, occupati a descrivere e rappresentare la famiglia ideale, rischiano di non accorgersi della distanza che separa questa dalla famiglia reale. Questa volta a preoccuparmi sono i laici-cattolici che mi sembra continuino a guardare il mondo della famiglia chiusi dentro le sacrestie. E quando trovano un po’ di coraggio per sbirciare fuori, lo fanno guardando appena attraverso qualche crepa nel muro o qualche feritoia, stretta, come le finestrelle di quelle meravigliose chiese romaniche di cui è ricca anche la nostra Vallesina.
So bene che questa mia non è tutta la verità. Meno ancora è la sola verità. Questi miei pensieri e queste domande nascono dalla discrasia tra l’immagine delle famiglie in carne ed ossa che ogni giorno entrano nel mio studio di psicoterapeuta e in quello dei miei collaboratori, e l’immagine della famiglia che sento descrivere in certi contesti.
Questa di oggi vuol essere una richiesta di aiuto a voi che mi seguite in questi incontri settimanali: un aiuto a cogliere e a vedere nella nostra chiesa (= comunità dei credenti) il coraggio di guardare alla famiglia in tutta la sua realtà. Di oggi. Nelle sue luci e nelle sue ombre.
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Vi aspettiamo venerdì 6 marzo alle 21,
presso la Biblioteca La Fornace di Moie:
in preparazione all’8 MARZO rifletteremo insieme su
Donne e Uomini, pari dignità nella differenza.