3 lug 2016
Cellulari, tablet, pc... e il sonno dei bambini
Buona notte!
Sì, buonanotte! Almeno così diciamo ai nostri bambini e ai nostri ragazzi quando la sera li salutiamo, augurando, a loro e a noi una notte di sano e meritato riposo. Ma non è sempre così. Anzi. Dovremmo dire, per la verità, che così rischia di essere sempre meno. Il riposo della notte sta andando verso una qualità scadente, accompagnata anche da una quantità spesso insufficiente.
Stiamo parlando dei nostri figli: un bambino di scuola elementare dovrebbe dormire almeno dieci ore; nove sono il minimo durante gli anni della scuola media.
Gli specialisti del sonno, i pediatri e gli psicologi stanno rilanciando l’allarme. Da vari studi risulta che il 25% dei dodicenni (1 su 4) dorme meno delle ore di sonno necessario. E il loro sonno non è di buona qualità.
E ormai è un dato che tutti conosciamo: un sonno insufficiente, in qualità e/o in quantità, arreca danni seri ai bambini il cui cervello è ancora in evoluzione. Difficoltà nel rendimento scolastico, scarsa capacità di concentrazione, perdita di memoria, sbalzi di umore, nervosismo, agitazione psicomotoria sono alcune delle conseguenze di un sonno non buono. E alcuni dei segnali che dovrebbero metterci in allarme.
Un altro dato, ora. Da un’indagine Eurispes risulta che il 18% dei bambini ha in mano il telefonino già a 7 anni e, secondo il Censis, quasi 1 bambino su 4 lo usa un’ora al giorno e 1 su 4 fino a quattro ore. Oltre il 50% dei bambini tra i 6 e 7 anni usa il tablet una o due ore al giorno, fino al picco di quattro ore. A 10 anni, la soglia supera il 60%.
Perché tutti questi numeri? Cosa c’entrano quelli sul sonno con questi sull’uso dei cellulari e dei tablet? È proprio qui il punto. I nostri figli e i nostri nipoti, i cosiddetti nativi digitali, vivono attaccati a queste nuove macchine, quasi fossero una protesi. Indispensabile per la vita di ogni giorno. Come il cane guida per un non vedente o la carrozzina per chi non può camminare.
Altre volte ci siamo posti il problema, ma non possiamo non ritornarci.[1]
Due sono gli aspetti ‘nocivi’ che dovremmo prendere in seria considerazione. Se davvero ci sta a cuore la salute dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Un primo aspetto, duplice, riguarda la fisiologia del cervello. L’altro fa riferimento all’area sociale.
- Il cervello di un bambino (e di un ragazzo) ha un livello di plasticità (= è in un processo di crescita) molto alto. Questo richiede un’attenzione particolare agli stimoli che gli facciamo arrivare.
Leggere una pagina, su un libro o su un tablet, non è la stessa cosa. Né per gli occhi, né per il cervello. La quantità e la qualità di stimolazione che da un tablet arriva a questo delicatissimo organo è assai più alta ed eccitante. Questo comporta che al cervello, per digerire (metabolizzare) questa sovra-stimolazione, è richiesto un lavoro assai maggiore di quello che deve fare quando leggiamo da un libro. E per recuperare le energie spese nel fare questo lavoro lui ha bisogno di più sonno. E di un sonno buono.
Un uso prolungato e ripetitivo di questi apparecchi elettronici, inoltre, mette il cervello del bambino (anche di un adulto) in un campo elettromagnetico potenzialmente dannoso. Non abbiamo dati certi sulla quantificazione del danno organico. Sappiamo comunque che l’interazione di un campo elettromagnetico con un sistema biologico provoca l’aumento localizzato della temperatura: quando le esposizioni sono molto intense e prolungate possono alterare il meccanismo di termoregolazione, portando addirittura a morte le cellule. In mancanza di dati assoluti, almeno il principio di precauzione dovrebbe guidarci verso una maggiore prudenza. Soprattutto con i più piccoli.
- L’altro aspetto di danno riguarda invece la sfera comportamentale. Un uso eccessivo di questi strumenti non favorisce la capacità nei bambini e nei ragazzi di costruire buone relazioni sociali con le persone che vivono con loro. Anzi, è di ostacolo. Tutti noi, credo, vediamo continuamente come molti ragazzi, pur stando uno vicino all’altro, non parlano tra loro ma continuano a tenere lo sguardo fisso sul telefonino. La nuova ‘malattia epidemica’ rischia di essere... l’isolamento.
Siamo partiti dal sonno. E al sonno ritorniamo.
Cari genitori, non permettete ai vostri figli di andare a dormire con il cellulare o con il tablet. La sera fateli spegnere e fateli lasciare fuori dalla camera. Ne va del loro sonno. Cioè del loro benessere. Cioè della loro salute.
Certo, per farlo fare a loro... dovremmo farlo anche noi. Perché anche noi adulti abbiamo bisogno di un sonno di buona qualità se vogliamo conservare un buono stato di salute. Così il nostro BUONA-NOTTE! potrà accompagnarci verso una notte davvero buona.
[1] La Mente e l’Anima, Vol. 3, pag. 96, pag. 195, pag. 198, pag. 204, pag. 279