VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

31 mar 2019

Friday for future: i giovani per salvare la terra

Cari ragazzi...

Il 15 marzo potrebbe essere una data storica. Ma anche un giorno come mille altri, che se ne andrà, dimenticato. Abbiamo visto tanti ragazzi mobilitati, nel mondo, per un progetto dal quale nessuno dovrebbe tirarsi indietro: guarire la terra. Guarirla dalla febbre che la sta debilitando con il grosso rischio che arrivi a cronicizzare. E diventare irreversibile. Ne parlammo proprio un mese fa, osservando lo scioglimento del Thwaites, uno dei più grandi ghiacciai del mondo, in Antartide. Un processo tanto nascosto quanto drammatico: intatto fuori, una caverna enorme lo sta divorando al suo interno, come un dente con una carie che da dentro inesorabilmente lo consuma.[1] Ne parlammo nel settembre scorso quando ci fermammo a riflettere su come, già il 1° agosto, avevamo dato fondo alle riserve di cibo e di energia che il nostro pianeta ci aveva messo a disposizione per il 2018.[2] E non sarà un bel giorno quando, quest’anno, dovremo incontrare di nuovo il fatidico Earth Overshoot Day (giorno dell’esaurimento della terra). Sì, perché come minimo, rispetto all’anno scorso, un altro giorno – spero non di più – ce lo saremo sicuramente mangiato.

Cari ragazzi, è stata una boccata d’ossigeno quella che ci avete offerto il 15 marzo con il vostro Friday for future (un venerdì per il futuro). Che alcuni di voi poi stanno provando a coniugare al plurale: i venerdì per il futuro. Di fronte alla cecità dei tanti governanti è aria di speranza vedervi impegnati nel mobilitarvi e nel prendervi cura della nostra casa comune. È aria di speranza pensare che certi ragionamenti che tra adulti ci capita di fare su di voi, che vivreste nel disimpegno e nella bambagia, la realtà che ci offrite ce li fa rimettere in discussione.

 

Ma è davvero così? O questo è un mio sogno che io sto continuando ad alimentare chiudendo gli occhi di fronte alla verità del quotidiano? Non vi nascondo che questa domanda si fa sentire. E bene. Così ho deciso di condividerla con voi, provando a tradurla con altre domande e alcune osservazioni.

 

Quando passo vicino alle vostre scuole, licei, istituti tecnici o professionali, vedo solo qualche rara bici spersa tra i tanti scooter. Allora mi chiedo: non sarà che questi ragazzi pensano che prendersi cura della terra è compito solo dei governi e che il nostro quotidiano non ha nessun’influenza? Eppure lo sapete che anche uno scooter riversa la sua parte di CO2 e di calore nell’atmosfera. E dieci, venti, cento scooter, ogni giorno, contribuiscono con la loro parte di veleno all’inquinamento del pianeta. Magari lo dimenticate. Come quando, per scendere al bar vicino o per arrivare al distributore di sigarette, subito in sella alla moto piuttosto che due passi a piedi, o una pedalata in bici.

E i sabati in discoteca? Fumo, alcol, le sostanze più varie. Auto a tutto gas, pure con il rischio di provocare o ritrovarsi in qualche incidente... Non sono anche questi piccoli o grandi contributi all’inquinamento?

E l’inquinamento acustico. Musiche a volumi esorbitanti, in discoteca, in auto. Scooter con le marmitte alterate. Auricolari sempre attaccati agli orecchi. Occhi e mani appiccicati ai cellulari e ai tablet tutte le ore del giorno e gran parte della notte. Non è anche questo inquinamento? Inquinamento grave e pericoloso per occhi, orecchi e i vostri cervelli ancora in crescita.

Lo sapete che nel mondo, accanto a 7miliardi di abitanti ci sono 8miliardi di telefonini? Che ogni anno, considerando soltanto le prime cinque case costruttrici, si mettono in commercio 1miliardo e ½ di cellulari nuovi e che, soltanto in Europa, ne gettiamo via, ogni mese, 10milioni? La Società Chimica Europea ci avverte che alcuni dei 30 principali elementi di cui sono composti i nostri telefonini (rame, oro, argento, litio, cobalto, alcune terre rare...) fra poco non saranno più disponibili. Cari ragazzi dei Fridays for future, non siete voi che smaniate per cambiare lo smartphone appena esce l’ultimo modello?

Ancora una domanda. Cosa mangiate? Aiutate i vostri genitori a pensare al biologico o siete voi, per primi, che vi alimentate a base di hamburger, cheeseburger e... schifezze varie?

 

Mi fermo qui. Oggi ci risparmiamo di guardare all’inquinamento nelle relazioni umane che anche voi alimentate giorno dopo giorno. Il cyberbullismo, certe prepotenze a scuola, tra voi e con i prof, o a casa con i genitori. Ci torneremo.

 

Aiutiamoci a vicenda, adulti e ragazzi. E non lasciatevi fregare, voi, dalle incoerenze di cui troppo spesso noi adulti vi diamo prova. Coltivare la coerenza è fatica. Ma se vogliamo davvero salvare il nostro pianeta, ciascuno di noi, nel suo piccolo, non può esimersi dal fare la propria parte.

 

[1] Voce, 17 febbr 2019

[2] La mente e l'anima, Vol. 5 pag. 249