5 mag 2019
22 aprile 2019: 49a Giornata della Terra
Greta, l’orso e Margherita
Tre piccole sentinelle. Greta, la sedicenne svedese che, con il suo sciopero del venerdì, ha dato vita a quel movimento internazionale che ha visto tanti ragazzi come lei mobilitarsi per la salute del pianeta. Umka, l’orso che in un villaggio dell’estremo oriente russo, nella penisola della Kamchatka, a causa dello scioglimento della calotta polare si è ritrovato a 700 km dal suo habitat. Margherita, la bimba di un anno, che ci guarda e con i suoi occhi luminosi ci dice: voi che siete già grandi, permetterete anche a me, un giorno, di far vedere un fiorellino bello come questo ai miei bambini e ai miei nipotini?
Il 22 aprile abbiamo celebrato la Giornata della Terra (Earth Day) – a proposito, qualcuno di voi se n’è accorto? È nata nel 1970 a seguito di quel disastro dell’anno prima, 1milione di litri di petrolio dispersi nel mare dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California. La giornata di quest’anno è dedicata in particolare al problema dell’estinzione di tante specie: dal ’70 ad oggi il numero degli animali si è ridotto del 40% sulla terraferma e di altrettanto tra le specie marine e gli uccelli. Per non dire poi di altri pur gravi malanni del nostro pianeta. La deforestazione per esempio: perdiamo ogni anno 13 milioni di ettari di foresta; di questo passo per il 2050 ne avremo mangiati 230milioni. Le terre coltivate: solo in Italia, c’informa la Coldiretti, nell’ultimo anno ne sono scomparsi 100mila ettari (150mila campi da calcio!); per la cementificazione, e il sempre più scarso riconoscimento del lavoro degli agricoltori che si vedono costretti a lasciare i campi per sopravvivere. E la sporcizia con cui continuiamo a ricoprire la terra? Nel ’90, per i vent’anni dell’Earth Day, un gruppo di alpinisti, statunitensi, sovietici e cinesi, sono saliti sull’Everest. Pensate, al termine della spedizione la squadra trasportò a valle oltre 2 tonnellate di rifiuti lasciati lì dalle tante spedizioni precedenti. Neanche gli 8mila si salvano dall’opera d’inquinamento della specie-uomo.
Davvero grazie alle nostre tre piccole sentinelle! Che ce la mettono tutta per suonare l’allarme. Ma, come ben sappiamo, non c’è più sordo...
Perché Greta è anche quella ragazzina che noi adulti, in prima file i grandi tra noi – i capi di governo, i signori dell’economia e della finanza –, facciamo finta di ascoltare. Presi come siamo dagl’interessi del momento. Incapaci di guardare oltre la punta del nostro naso. Umka è l’orso che ci commuove, tanto è logorato il suo ambiente. Poi, però, basta. Anzi, deve stare ben attento a non avvicinarsi troppo alle nostre case se non vuol fare una brutta fine. Brutta la farà comunque, ma almeno per lui sarà un po’ meno rapida se potrà aspettare la morte naturale. Pur sapendo già che appartiene a una delle ultime generazioni della sua specie. E Margherita? Non sa usare bene le nostre parole, ancora. Ma se guardiamo i suoi occhi e ne ascoltiamo il cuore, ci chiede già conto di come stiamo amministrando questo grande patrimonio che lei, e la sua generazione, ci hanno affidato. Con la speranza che sappiamo restituirglielo in buono stato il giorno in cui saranno loro a doverlo custodire.
Buoni sentimenti coltiviamo: l’apprezzamento e l’ammirazione per Greta, la commozione per Umka, l’amore per Margherita. Poi, però? Il nostro quotidiano?
Due domande credo, possiamo farci.
La prima. Nelle mani di chi mettiamo la nostra madre-terra? Da chi ci facciamo governare? I vari Trump o Xi Jinping o i piccoli minuscoli politici di casa nostra, capaci solo di leggere i numeri dei sondaggi e di farsi guidare da questi per ogni decisione, non siamo noi a sceglierli? Non siamo noi a mettere nelle loro mani il presente e il futuro del nostro pianeta? Proviamo allora a non dimenticare che vale anche per noi, anzi, per tutti noi che chi è causa del suo mal... Se i soci, in maggioranza, continuano ad affidare la loro azienda a un Amministratore Delegato che la sta portando allo sfascio, con chi devono prendersela se non con loro stessi?
La seconda domanda riguarda il nostro piccolo quotidiano. Il nostro contributo, giorno per giorno, alla salute o alla malattia della terra. Dove siamo con... la raccolta differenziata, l’invasione dell’usa-e-getta, l’acquisto di prodotti locali e di prodotti biologici, la plastica, i tanti imballaggi, luci, riscaldamento e condizionatori sempre accesi, lo spreco dell’acqua, l’auto o lo scooter sempre sotto il sedere, il cibo che buttiamo... Ce n’è da fare. Non vi pare?
Grazie ancora, piccole sentinelle. Greta, Umka, Margherita, abbiamo bisogno di sentire la vostra voce. Voi non mollate. Noi... impareremo ad ascoltarvi.