1 set 2019
Egoisti e incoscienti, ci siamo già divorate tutte le riserve per il 2019
Ok-jökull è morto
Ok-jökull è il primo ghiacciaio islandese
che abbia perso il suo status di ghiacciaio.
Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai faranno la stessa fine.
Questo monumento serve a riconoscere che sappiamo cosa sta
succedendo e che cosa deve essere fatto.
Solo voi sapete se l’abbiamo fatto.
Agosto 2019 - 415 ppm CO2
Con il titolo Una lettera al futuro, l’Islanda ha deposto questa lapide, a perpetua memoria, ai piedi di Ok, quello che fino a ieri era uno jökull, che in islandese significa ghiacciaio. Perché oggi non è più Ok-jökull, ma solo Ok.
Il 31 luglio in Groenlandia 11miliardi di tonnellate di ghiaccio si sono sciolte e sono precipitate in mare. La Siberia, in agosto, devastata dagli incendi. La foresta amazzonica è tuttora in fiamme. Il nostro Cervino inizia a dare segni di sgretolamento: le alte temperature, sciogliendo il ghiaccio, gl’impediscono di proteggere la solidità della roccia.
Qualcuno di noi se n’era accorto? Avevate sentito in proposito una parola dal nostro governo? Ah, certo, noi abbiamo altri problemi, questi sì, seri. Non ce lo ricordava sempre l’onnipresente e onnisciente ministro della propaganda? Sono gli immigrati il vero problema. I ghiacciai, cosa sono? Ora poi, con il governo in queste condizioni...
Qualcuno s’era accorto che il 29 luglio abbiamo raggiunto il giorno dell’esaurimento (earth overshoot day) delle risorse che la Terra ci aveva messo a disposizione per il 2019? Sempre coerenti, invece di recuperare abbiamo peggiorato: ben tre giorni di anticipo rispetto allo scorso anno, quando le risorse del pianeta per il 2018 ce l’eravamo esaurite il 1° agosto. E ora alla luce del Prima gli Italiani vogliamo guardare in casa nostra? Noi italiani, il giorno dell’esaurimento l’avevamo raggiunto con ben due mesi e mezzo di anticipo: il 15 maggio c’eravamo già mangiate tutte le risorse per il 2019. Niente male, vero? Dai calcoli degli esperti, per pareggiare i nostri consumi ci servirebbero 5 Italie (4,7 ad essere precisi). C’è sempre chi fa peggio: primi fra tutti gli Stati Uniti, poi l’Australia, la Russia, la Germania, la Svizzera. Noi siamo solo noni in questa graduatoria dell’incoscienza e dello spreco.
Anche qui, una parola da parte di qualcuno dei governanti o da parte di qualche uomo o donna della politica?
Le varie specie animali, che dall’origine della vita ad oggi hanno popolato il pianeta, sono sopravvissute in media 4milioni di anni. L’homo sapiens, giunto appena 300mila anni fa, i 4 milioni di anni, avanti così, se li sogna! Da quando poi ci siamo fregiati del doppio sapiens – homo sapiens sapiens – ci siamo irreversibilmente distinti, tra tutte le specie, per la nostra capacità di alterare gli equilibri naturali che avevano permesso al pianeta e ai suoi abitanti una vita lunga e sana.
Nella Lettera al futuro, sulla tomba di Ok-(jökull), è scritto anche «415 ppm CO2». È il livello che abbiamo raggiunto in anidride carbonica nel nostro pianeta: 415 parti per milione. Nel 2013 eravamo a 399ppm. Prima della rivoluzione industriale, 228ppm. Due le cause di questo aumento innaturale: l’abuso dei combustibili fossili (carbone e petrolio) e la deforestazione.
La psicobiologia a proposito della nostra mente parla di incapacità di lungimiranza: facciamo fatica a prendere degli impegni su problemi che sono molto grandi. Molto vasti. Sappiamo assai bene che il riscaldamento climatico è il nostro problema numero 1, ma ci rimane difficile comprenderlo perché è un fenomeno lento, grande, illimitato nello spazio e nel tempo. È percepito con difficoltà dalla nostra mente, che è più adatta, quindi abituata, ad affrontare problemi qui-e-ora. Meno vasti. È importante esserne consapevoli: perché riconoscendo i nostri limiti possiamo attivare maggiormente le nostre capacità per superarli. Altrimenti non facciamo che ricadere nel piccolo gioco di guardare solo il problema immediato. Non è questo, alla fine, che stiamo facendo con i nostri... giochini politici, nazionali e mondiali?
Ma torniamo a Ok da cui siamo partiti. Una lapide, dicevo. E siccome le lapidi non servono a chi è morto, ma a chi è ancora in vita, è ai figli e ai figli dei nostri figli che gli islandesi hanno deciso di lasciare quel Noi sappiamo cosa dev’essere fatto. Solo voi sapete se l’abbiamo fatto.
Sì. E mi chiedo con quali occhi ci guarderanno e quanto riusciranno a perdonarci per la miopia con cui lasciamo loro in eredità tutto questo carico di inquinamento e di sfruttamento. Stagioni alterate, fenomeni atmosferici anomali, deserti che conquistano sempre più terre prima coltivabili, foreste che stiamo eliminando al ritmo di un campo-di-calcio al minuto. E risorse che continuiamo a consumare e sprecare senza nessun rispetto per questa nostra madre, la Terra, e per i nostri figli. Che noi abbiamo messo al mondo.