VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

21 apr 2019

Tra donne e uomini. La forza della Resurrezione

Per una Pasqua... buona!

«I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento». La folla è stupita, mentre loro, i capi, sono infastiditi, terrorizzati. Ce la mettono tutta. E ci riescono, Gesù. T’hanno fatto fuori. Alla fine, ci ricorda Marco, «i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato».[1] Hanno raggiunto il loro scopo. Tu lo sapevi, c’era da aspettarselo: il potere religioso e il potere politico non potevano tollerare che tu mettessi in discussione quella bella struttura organizzativa che s’erano costruiti.

 

Ora tu guardi tutto questo con gli occhi di Risorto. E ti poni come un fratello maggiore che ci indica la strada che anche noi andremo a percorrere. Ma noi non riusciamo a vederla. I nostri occhi sono offuscati, abbagliati da tanta luce. E non riescono a sintonizzarsi con i tuoi. A me sembra di rivedere quegli stessi giochi che facevano ai tuoi tempi. Nella politica. Nella religione. Oggi come allora. Forse anche peggio, se ci penso. Dico peggio perché duemila anni di Vangelo dovrebbero portarci ad essere più vigili di fronte all’egoismo del potere, e ad accogliere con cuore aperto le tue parole. A sentire la tua solidarietà. A cogliere i semi di Luce che ci hai portato.

E invece no. Ancora immersi nei vecchi giochi. Affascinati dal luccichio dei consensi. Chiusi dentro i confini di popoli privilegiati. Prigionieri ancora, pure in pieno XXI secolo, perfino della disparità tra uomini e donne. Tu ci vedi molto di diverso rispetto ad allora? A me piacerebbe riuscire a vederlo. Ma è dura. Guarda, proprio questi giorni nella Chiesa sembrava di essere tornati indietro di sette secoli. Ma siamo rientrati grazie a Francesco e al suo coraggio di tacere.

 

Non è di questo, però, che voglio parlarti oggi. Quanto piuttosto dell’ancora irrisolta questione della pari dignità tra donne e uomini. In casa nostra. Più in movimento come società civile. Fermi, immobili come Chiesa.

E dire che tu, Gesù, un bello scossone ce l’avevi dato. Tu, maestro, avevi anche donne tra i tuoi discepoli. Un vero maestro non doveva. Donne coraggiose e forti. Disponibili al servizio in quella piccola comunità, aperte all’ascolto della tua parola. Vicine a te perfino sul Calvario, quando gli uomini, tutti, salvo il solo Giovanni, se l’erano data a gambe. Rinchiusi in casa, prigionieri della paura, capaci di lasciare te, amico e maestro, nella solitudine del dramma che stavi vivendo.

 

E il giorno della Resurrezione? Chi hai incontrato per primi? Di nuovo loro. Le tue discepole. Da loro ti sei fatto vedere. A loro hai dato il compito di annunciare agli altri che la strada per la Vita era aperta. Quella capace di oltrepassare la morte. Eppure sapevi bene che la testimonianza di una donna, allora, non aveva nessun valore. La loro parola, acqua che scorre e non lascia traccia.

Quando guardo questa tua scelta, a me sembra di cogliervi almeno due significati. Prima di tutto un ringraziamento e un riconoscimento al coraggio e alla forza, nell’amore, con cui sono state capaci di restarti vicine nel momento più drammatico della tua vita. Poi, io penso che la scelta di affidare proprio a loro, per prime, l’annuncio della tua Resurrezione, abbia voluto indicare che la donna non è meno dell’uomo. Anche se noi uomini (maschi) della nostra superiorità abbiamo fatto un valore. Indiscusso. Non negoziabile. Prima, ai tuoi tempi, e nei secoli successivi. Ce l’abbiamo messa tutta e ci siamo anche riusciti bene.

Te non siamo riusciti a convincerti. Ma, come vedi, nonostante te, anche nella tua Chiesa, in questa Chiesa che porta il tuo nome, ce l’abbiamo fatta. Di nuovo emarginate. Subordinate. Al pensiero maschile. All’autorità maschile. Alla dignità maschile.

Solo tre fatti, recenti, che sicuramente a te non sono sfuggiti. Ma lo sono alla maggior parte di noi. Il primo. Francesco aveva istituito una commissione per riaprire il tema del diaconato femminile: tu sai che fine ha fatto? Insabbiato, sembra, nei meandri della Curia. Il secondo. Nella commissione per il problema della pedofilia, visti i tanti ostacoli da parte degli uomini di potere a fare un buon lavoro, due donne si son dovute dimettere. Il terzo. Un mese fa altre dimissioni: la direttrice di Donne Chiesa Mondo, mensile dell’Osservatore Romano, e le sue collaboratrici, per il clima di sfiducia e delegittimazione all’interno della direzione del quotidiano.

 

Gesù, che ti devo dire? Impaziente come sono, ti direi di dare un colpo in testa a qualcuno! Ma a te, maestro di pazienza, questo non posso dirlo. Allora ti dico: aiutaci a non addormentarci. Insegnaci a restare vigili. E a riscoprire che ai tuoi occhi, donne e uomini insieme, siamo immagine di Dio, madre-e-padre.

Non sarebbe anche questa una... Resurrezione?

 

[1] Marco 11,18 e 15,1