5 apr 2020
Tra virus e batteri, terrore e panico... la vita
Alleati e nemici
Forse non ci pensiamo. Ma i microorganismi, virus, batteri e mille altre specie, ci hanno preceduti di gran lunga sulla terra. E ci sopravvivranno. Noi, homo sapiens, gradino più alto della scala evolutiva, autonominati signori e padroni della terra e del cielo, senza di loro non saremmo qui. Non esisteremmo. Viviamo grazie a loro, e con loro conviviamo. In un rapporto che oscilla tra collaborazione e belligeranza. Ne portiamo miliardi sulla pelle, in bocca, nel naso. Il nostro intestino pare ne ospiti più di diecimila specie. Un vero condominio, molto affollato, il nostro corpo. Microbiota lo chiamiamo. Tutto il processo digestivo è il loro lavoro. Sono loro che trasformano il cibo e lo rendono assimilabile.
Popolazione assai numerosa e variegata dunque. E altrettanto ambivalente.
Sono stati i primi. Qualche miliardo di anni fa. Microorganismi semplici, forti, con una capacità straordinaria di adattamento. Silenziosi nel loro insediarsi. E pronti a mutare, non appena l’ambiente che li ospita crei qualche problema di sopravvivenza. È la loro forza. E, oggi sappiamo, è questa loro forza che ce li rende, di volta in volta, amici e collaboratori, oppure nemici pericolosi, da combattere e da cui difenderci. La loro intelligenza, intesa come capacità di interagire con l’ambiente che li circonda, li rende forti. Tanto forti quanto invisibili.
Questi giorni l’ultimo arrivato. Gli abbiamo dato un nome: Covid19 (da Corona Virus Desease 2019). È solo l’ultimo che abbiamo scoperto tra quelli in belligeranza con noi: fra quelli che ci aggrediscono e dalla cui aggressione cerchiamo, con affanno, di difenderci. Ne abbiamo conosciuti tanti. Gli ultimi? La BSE, il morbo della mucca pazza nel 2001; la SARS, sindrome respiratoria acuta grave, nel 2002 (ne è morto il nostro Carlo Urbani); l’aviaria (H5N1, 2005); la suina (H1N1, 2009); come non ricordare l’HIV (virus da immunodeficienza umana) che porta, se non tenuto sotto controllo, alla temibile AIDS? E i più vecchi, tra i recenti, la Spagnola del 1918, l’Asiatica del 1957-58.
Tutti virus. Nemici dichiarati? In realtà no. Essi in fondo, non vivendo di vita propria, cercano un luogo in cui vivere e moltiplicarsi. Il problema è che lo fanno a spese di chi scelgono come ospite, il quale, dato il silenzio con cui s’insediano e la velocità con sui sanno replicarsi, si accorge della loro presenza quando già ne è invaso. E quando quell’ospite siamo noi, se la convivenza ci arreca danno, non ci resta che difendercene e cercare il modo per sbarazzarcene.
Il problema è che quando pure ci riusciamo, dalla loro lunga, lunghissima esperienza sulla terra hanno appreso un altro trucco. Pericoloso per noi. Vantaggiosissimo per loro. Mutano: attivano processi di mutazione. E in questo sono molto, molto più veloci di noi.
Noi siamo organismi complessi: atomi, cellule, organi, apparati... sono la nostra ricchezza e la nostra grandezza, ma nello stesso tempo anche il nostro limite. Noi non siamo in grado di mutare così rapidamente quando ci vediamo aggrediti: in noi le mutazioni biologiche richiedono decine e centinaia di migliaia di anni. Loro, organismi semplici, hanno una facilità e una velocità estreme. L’essere umano, che loro scelgono come ospite, escogita qualche meccanismo per liberarsene? Scopre una sostanza che li elimina? Nessun problema: essi mutano. Così a noi non resta che ricominciare da capo!
Guardiamo ciò che avviene ogni anno con la comune influenza: la vaccinazione che facciamo all’inizio dell’inverno ci difende dalla maggior parte dei virus influenzali che stanno per arrivare. Ma c’è sempre qualche sorpresa: qualcuno di loro ha pensato bene di attivare una mutazione, magari piccola, non così drammatica per noi di solito, ma qualcosa ha fatto. E la vaccinazione non ci copre totalmente.
È così. Homo homini aut deus aut lupus (l’uomo per l’altro uomo o è un dio, cioè amico, o un lupo, cioè pericoloso) ricordava Erasmo da Rotterdam cinque secoli fa. Con i germi, virus e batteri, nostri coinquilini sulla terra, siamo e resteremo, reciprocamente, e per i secoli a venire, lupus e deus nello stesso tempo. Amici, molti, da coltivare accuratamente. E nemici, altri, da cui difenderci con tutte le forze.
Il medico ci ha prescritto una terapia di antibiotici? Bene. Il farmaco che prendiamo eliminerà nel nostro corpo i batteri che sono all’origine del processo infettivo. Ma dallo stesso antibiotico spetta a noi tutelare i germi buoni, quelli che formano il nostro microbiota. Che abitano, ospiti preziosissimi, tutto l’apparato gastro intestinale. Servono a questo i cosiddetti fermenti lattici, per ridare vita alla flora batterica intestinale che l’antibiotico aggredisce.
Un pensierino per lasciarci? Visto che di amici di cui prenderci cura e di nemici da cui difenderci ne abbiamo tanti nella specie-germi, non ci converrebbe smetterla di combatterci tra noi e coltivare rapporti di collaborazione e di pacifica con-vivenza nella specie-homo?