25 apr 2021
Chiese in dialogo per superare l’omoaffettività come area di divisione
L’amore è benedizione
«Abbiamo ascoltato la vostra promessa. Dio voglia prendervi in parola e sorreggerla con la sua Parola, così potrete testimoniare ad altri il suo Amore.
Francesco e Mario, Dio vi benedica e vi protegga. Dio, madre tenera, vi benedica e vi circondi con il suo amore. Dio, padre amorevole, vi benedica e vi custodisca con la sua cura. Dio, amico fedele, amica affidabile, vi benedica e vi consoli. Possiate sperimentare la benedizione di Dio nella vostra vita comune, giorno dopo giorno e notte dopo notte: nessuno potrà togliervi dalla mano di Dio. Nessuno potrà separarvi da Dio, nessuno potrà cancellare i vostri nomi dal cuore di Dio. Dio benedica voi e la vostra vita. Amen».
E poco prima, all’inizio della cerimonia, l’accoglienza della coppia:
«La creatività di Dio, l'imprevedibilità di Dio ci propone l'amore in forme diverse. L'amore nasce discreto, sussurra. L'amore coinvolge nella relazione e cerca la benedizione di Dio, padre e madre. Dio ci dà regole per vivere, a volte divieti. Ma la proibizione dell'amore quale divieto non è nelle corde di Dio. Chi ama fa la volontà di Dio. Amen».
Nella parte centrale del rito i due si scambiano la promessa di amore e di fedeltà.
«Ciò che oggi celebriamo è il patto che tra di voi avete stabilito e del quale rendete testimonianza davanti alla comunità [...]. Lo celebriamo nella consapevolezza che alla base di ogni patto d’amore vi è l’amore di Dio, fonte delle benedizioni che oggi invochiamo sulla vostra unione».
Sono parole della Chiesa Valdese, chiesa cristiana fondata sul Vangelo di Gesù, nelle Liturgie di benedizione di unioni di coppie dello stesso sesso.
Il mese scorso la Congregazione per la dottrina della fede della Chiesa cristiana Cattolica ha dichiarato: «Non è lecito impartire una benedizione a relazioni [...] che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire fuori dall’unione indissolubile di un uomo e di una donna [...]) come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso». Pur esprimendo poi un apprezzamento per la presenza di possibili elementi positivi in queste unioni, conclude affermando che «tali elementi non sono in grado di renderle legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore».
La Bibbia, che per tutti i cristiani contiene la Parola di Dio, dice: «Dio è amore: chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio è in lui».[1] Non è questa la più grande delle benedizioni?
Cammini diversi compiono le tante chiese costituite nel nome di Gesù. Chiese cristiane, ciascuna con una storia, ma nate da una radice unica, il Vangelo. La storia a volte alimenta differenze, perfino diffidenze. Spesso la nascita stessa delle diverse confessioni religiose ha origine in conflitti e contrasti. Separazioni dolorose sulle quali poi i decenni, i secoli addirittura, pongono pietre difficili da spostare. Pietre d’inciampo (skàndalon, in greco) più che strumenti di costruzione. Pietre che diventano macigni che il tempo tende a consolidare.
La novità che porta Gesù di Nazareth è così sconvolgente, che fin dall’inizio i tentativi di comprensione diventano differenze. Già tra gli apostoli, appena esaurito il tempo della presenza fisica del Maestro.[2] E successivamente nei secoli. Fino a produrre rotture clamorose, tuttora aperte: chiesa cattolica e chiesa ortodossa (XI sec.), riforma e controriforma (XVI sec.), chiese riformate che hanno poi moltiplicato al loro interno divisioni ulteriori.
Tutti sappiamo che nessuno, donna o uomo, può presumere di possedere tutta la verità. Così è per le diverse religioni. Così anche per le diverse chiese cristiane. Salutando i suoi, Gesù aveva detto “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”.[3] Compito di ogni chiesa, e di ogni credente, penso sia proprio questo: porsi in ascolto della voce dello Spirito che credo non ami molto le vie istituzionali e burocratiche, dal momento che sua casa è il cuore. Dell’uomo e della donna.[4] E sua benedizione è l’Amore.
Di fronte alle novità con cui, anche come cristiani, siamo chiamati a misurarci, il maggior rischio, per gli individui e per le comunità, è che si possa ricadere nella pretesa di possedere il monopolio della verità. Nel movimento ecumenico, che in questi ultimi tempi vede coinvolte tutte le chiese, è la riposta giusta a questo compito. Tutti, ciascuno con la propria originalità, in una ricerca comune e condivisa. Nell’ascolto reciproco. Nell’ascolto della voce dell’unico Spirito che, come il vento “soffia dove vuole e tu ne senti il suono, ma non sai da dove viene né dove va”.[5]
[1] 1 Gv 4,16
[2] Atti 2,11 e altri
[3] Gv 16, 12-13
[4] Gv 14,23
[5] Gv 3,8