6 mar 2022
8 marzo. Giornata di riflessione sulla condizione della donna
Da una donna alle donne di Gabriella Guidi
Mie care amiche, giovani e meno giovani, dove siamo?
Mi chiedo dove siete voi, giovani di oggi, e dove siamo noi, meno giovani. Cos’è che ci blocca. Che ci impedisce di fermarci a pensare, a cercare di ritrovarci, di riunirci, con la voglia di essere vive e di andare avanti.
Ci dicono che oggi a noi donne tutto è possibile, che abbiamo ricevuto tanto, che anni addietro non potevamo godere di tutte le possibilità che oggi abbiamo a disposizione. Impensabili anche solo dieci o venti anni fa.
Eppure sembra che oggi sia impossibile ritrovarci, ritrovare la speranza del cambiamento. Ritrovare un nuovo pensiero che porti la stima, l’amore, la voglia di affidarci alla relazione e non solo alle macchine.
Oggi usiamo i social, la tecnologia, siamo tutti più connessi: ma dimentichiamo che la forza viene dall’incontro, dallo sguardo, dalla condivisione. Dalla presenza. Impariamo a volerci bene e a voler bene al mondo che ci circonda. La forza viene se ritorniamo a vederci, a confrontarci, a dirci il nostro desiderio. Se ritorniamo ad essere donne, persone che vogliono essere nel mondo. Insieme. Alle altre e agli altri.
Ora mi sto chiedendo a chi possono arrivare questi pensieri: alle mie coetanee, alle loro figlie, alle nipoti. Magari anche a qualche uomo, perché no? Agli uomini di cuore e intelligenti, cioè capaci di ascoltare le domande e farsele essi stessi.
Cinquant’anni fa ci ponevamo ‘contro’ nel rapporto con gli uomini. Ora questa posizione non ha più senso di essere coltivata. Abbiamo bisogno di riscoprire che solo insieme possiamo costruire il cambiamento. E il come realizzarlo possiamo scoprirlo soltanto se ciascuna, e ciascuno, ci mette la sua parte.
Mi piacerebbe sentirvi e sapere dove siete anche voi. Mi piacerebbe che tanto lavoro fatto dalle donne della mia generazione e di quelle precedenti, cui era impedito perfino di pensare e dare la parola ai pensieri, possa essere preso e portato avanti da voi, giovani donne del duemila.
Vi abbraccio
Gabriella Guidi
una ‘vecchia’ femminista