15 gen 2023
Missili russi e decreti ministeriali: strumenti di guerra
Crimini contro l’umanità
Brutti sporchi e cattivi? No, belli puliti e... criminali. Sì, non cattivi. Criminali. Giacca e cravatta, o tailleur e pantaloni eleganti. Il cattivo può farti del male. A volte anche non volendo. Il criminale, invece, il male te lo fa ed è studiato. Programmato. Nei modi e nei tempi.
Mi hanno insegnato che non dovremmo parlare di criminali, ma di crimini. Perché il giudizio su una persona nessuno è autorizzato a darlo: chi può conoscere cosa c’è nel cuore dell’altro? Quali sono i suoi pensieri, i suoi valori, i suoi condizionamenti. E sono d’accordo: mi pare corretto questo modo di ragionare. Quindi non parlerò di criminali, ma di crimini. Senza coprire, però, chi questi crimini li compie. La legge, del resto, con le sue norme e i suoi codici non dà giudizi sulla persona. Il diritto condanna il reato. È questo che viene giudicato. E la pena è comminata alla persona che quel reato ha commesso. Con il duplice scopo di espiazione-riabilitazione sul piano personale (un tempo di riflessione, ripensamento, autocritica, recupero personale) e di risarcimento sul piano sociale nei confronti di una comunità che è stata danneggiata con il crimine commesso.
Su due aree oggi proviamo a gettare il nostro sguardo.
La guerra in Ucraina. Ha ragione Putin a non usare la parola guerra, ma a chiamarla Operazione militare speciale. Solo che una di queste parole è sbagliata: non speciale deve dire, ma criminale. Operazione militare criminale. Solo all’inizio, infatti, sembrava una guerra. Una guerra si fa tra due eserciti. Militari da una parte e militari dall’altra si combattono e si contendono il terreno nella ricerca di prevalere l’uno sull’altro. I civili coinvolti sono effetti collaterali. Così li chiamano. Ma ora, da qualche tempo a questa parte, non si tratta più di guerra. I missili russi attaccano solo marginalmente l’esercito ucraino. I missili di Putin sono lanciati sulla popolazione civile. Indifesa. Questo è un crimine. Bombardare le strutture civili, ospedali scuole case, distruggere i servizi essenziali significa ridurre la popolazione a vivere senza casa, senz’acqua e senza cibo. Aggredire chi non ti aggredisce e non si può difendere, questo è criminale. Nella notte di Capodanno arriva a Kyiv un missile con la scritta Buon anno, e qualche giorno dopo con il socio Kyrill propone una farsa di tregua. Per Natale! Per poi continuare i bombardamenti. Cos’altro è se non pura criminalità?
Altro fronte: il Mediterraneo. Il nostro governo ha approvato un nuovo decreto sicurezza. Codice di condotta lo chiamano. Sono norme per le navi delle Ong che nel Mediterraneo cercano di salvare vite umane. Millequattrocento persone nel 2022 sono morte in mare. «Le disposizioni mirano a contemperare l’esigenza di assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare, nel rispetto delle norme di diritto internazionale e nazionale in materia, con quelle di tutelare la sicurezza pubblica» dice il governo. Tra le varie disposizioni, una brilla per... umanità e lungimiranza: la nave che ha fatto un primo soccorso deve subito chiedere il porto di sbarco e non può raccogliere più nessuno, anche se altri migranti in zona dovessero trovarsi in pericolo di vita. Prima di muoversi verso altri salvataggi deve far scendere chi ha già imbarcato. Naturalmente, per facilitarle il compito, il porto assegnato è il più vicino al luogo in cui la nave si trova: uno degli ultimi porti assegnati a una nave nei pressi della Libia è stato... Marina di Ravenna. Sabato scorso Ancona. A quattro giorni di navigazione! Ma la nostra Presidente del Consiglio dichiara di far riferimento nelle sue scelte ai valori espressi con l’antico concetto del pensiero greco filòtimo. Che significa amore per l’onore. Onore!? Quindi è naturale, per il bene e la salvezza dei profughi, che lei e i suoi ministri, esperti in geografia, mandino una nave dal Mediterraneo a Ravenna o ad Ancona per sbarcare il suo carico di... rifiuti speciali.
Sì, anche questo è un crimine. Né più né meno di quelli di Putin. Cambia il numero delle vittime. Diversa è la modalità per portare la morte. Mi chiedo: la vita di un bambino che cade sotto i missili russi in Ucraina e quella del bambino che muore in mare perché è stato impedito il soccorso al barchino che sta affondando hanno un valore diverso? Bambino, donna, uomo. La morte dell’uno e la morte dell’altro sono un crimine contro l’umanità.
C’è una differenza, però. Putin al Cremlino non ce l’abbiamo messo noi. A Roma i nostri parlamentari e i nostri governanti sì. Noi abbiamo messo nelle loro mani il governo del paese. Mi chiedo solo dove si sono eclissate le altre forze, politiche e sociali. E dove ci collochiamo noi. Proteste, manifestazioni, iniziative contro questo decreto? Distrazione, indifferenza. O connivenza?
Avrei voluto iniziare l’anno scambiandoci auguri di Pace. Ci proviamo...